Le ricerche più recenti hanno permesso di approfondire le conoscenze sui manufatti litici acheuleani e sui fossili di vertebrati presenti all’interno di una lunga sequenza stratigrafica, datati tra 695 e 670 mila anni fa, dimostrando come in questo territorio, caratterizzato da clima caldo, spazi aperti e specchi d’acqua, fossero diffusi grandi mammiferi come elefanti, ippopotami, bisonti e cervidi.
Oggi un nuovo studio si inserisce in questo filone di ricerca, documentando per la prima volta la coesistenza tra gli esseri umani e Macaca sylvanus, comunemente conosciuti come bertuccia. Il lavoro, frutto della collaborazione fra studiosi internazionali, fra i quali Raffaele Sardella, Beniamino Mecozzi e Alessio Iannucci del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, è stato pubblicato sulla rivista Journal of Human Evolution.
“La presenza della bertuccia, documentata per la prima volta a Notarchirico – spiega Raffaele Sardella – aggiunge importanti informazioni paleoambientali e paleoecologiche. Questo primate, oggi diffuso in Nord Africa e reintrodotta a Gibilterra, nel Pleistocene occupava gran parte del territorio europeo”.
“La coesistenza tra la bertuccia e gli esseri umani – aggiunge Beniamino Mecozzi – è documentata in pochissime località europee e pone interessanti interrogativi sulle interazioni tra Homo e Macaca quasi 700 mila anni fa”.