Un problema comune a tanti paesi, non solo in Europa. Si nega la sfera sessuale per l’anziano; un fenomeno paradossale, per cui vengono trattati come dei giovani adolescenti, come se la sessualità non li riguardasse e, anzi, talvolta, neppure esistesse. Il compito del medico invece è quello di occuparsi della sessualità tra gli anziani. Anche perché si tratta di un importante indicatore per valutare la positiva qualità della vita. “Avere una relazione affettiva che sia più o meno sessualizzata è uno dei fattori di protezione dell’età anziana ed è associato alla longevità, oltreché a un indice della qualità della vita soggettiva più alto. Attività fisica e affettiva sono i due elementi cardine per determinare la qualità positiva della vita dell’anziano”. L’obiettivo è dare nuovi valori alla terza e quarta età e in genere alla età anziana, riscoprire i valori della vita relazionale, sentimentale e sessuale dell'over 70. A questo proposito, è necessario attribuire anche una diversa connotazione al concetto di solitudine: non mero isolamento, ma capacità di autonomia. “Va cessata la demonizzazione della solitudine” osserva ancora Nahon. “Sicuramente si tratta di una condizione penalizzante per chiunque e per l’anziano in particolare. Tuttavia, siccome per ragioni demografiche accade facilmente che l’età anziana sia associata alla solitudine, bisogna ridarle dignità e valore”. La maturità psichica di una persona è contraddistinta da una serie di elementi, tra cui la capacità di stare soli. Un anziano solo è più fragile di uno con socialità, ma la solitudine può acquisire valore positivo. Un nucleo familiare e legami affettivi generano situazioni favorevoli, ma se non ci sono, la solitudine può diventare capacità di reggere in autonomia l’assenza di rapporti sociali diretti.
IL CONGRESSO AIP 2017. Questi e altri temi sono stati al centro delle sessioni in corso al Palazzo degli Affari a Firenze in occasione del 17° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Psicogeriatria – AIP, con oltre mille partecipanti. Le principali patologie dell’anziano e la proposta di nuove soluzioni per un miglioramento delle condizioni di vita di coloro che hanno più di 65 anni, disturbi del sonno, depressione, suicidi, malattia di Alzheimer e altre demenze, delirium sono alcune tra le patologie affrontate. “Clinica, Ricerca, Speranze: queste sono le tre parole chiave” afferma il Presidente dell'AIP Marco Trabucchi - professore di Neuropsicofarmacologia all’Università Tor Vergata di Roma. “La ricerca rappresenta il futuro: ci sono ancora ampi spazi da riempire. La clinica ci riguarda in tutte le sue dimensioni: include ovviamente la diagnosi e la terapia, ma anche la comprensione della sofferenza della persona anziana nelle dinamiche psicologiche e sociali, tanto che particolare attenzione è riservata al problema della solitudine, gravemente lesiva della salute. La speranza, infine, si fonda sui primi due punti e propone un intervento sul paziente per dimostrare che invecchiare non è una malattia”. In Italia, su quasi 60 milioni di persone, gli anziani sono circa 10 milioni. La demenza dovuta ad Alzheimer è la priorità da fronteggiare: circa un milione di anziani (il 10% degli over 65) soffre di demenza. Un problema per la società: risultati importanti si vedranno nel medio periodo, tra circa 5 anni, ma gli anziani di domani potranno contare su nuove soluzioni. “Numerosi gruppi in tutto il mondo sono alle prese con studi volti a trovare farmaci che rallentino fortemente la formazione della sostanza beta amiloide nel cervello” spiega il prof. Trabucchi “inducendo una riduzione dei sintomi e un rallentamento dell’evoluzione della malattia. Non siamo ancora pronti per la guarigione, ma probabilmente potremo far guadagnare anni di vita a chi soffre di questa patologia”. Insieme alla ricerca scientifica, lo studio sulle molecole e sui relativi farmaci, occorre poi una componente sociale che costruisca una rete adeguata ad una persona anziana, che si può ottenere mediante una società coesa, dove ogni cittadino e ogni politico danno il proprio contributo.