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Farmaco per il Diabete come Possibile Trattamento per il Cancro alla Prostata

Redazione 06 Mag 2025

 

Un team internazionale di scienziati guidato dall'Università Medica di Vienna ha identificato delle similitudini nei meccanismi di diabete e cancro: come dimostrano i ricercatori, la proteina PPARγ, centrale nella regolazione dei processi metabolici, può influenzare anche la crescita delle cellule del cancro alla prostata. PPARγ è già nota per essere un bersaglio di alcuni farmaci utilizzati per trattare il diabete di tipo 2. I risultati dello studio, pubblicati sulla prestigiosa rivista Molecular Cancer, indicano che tali farmaci potrebbero rappresentare un approccio promettente anche per il trattamento del cancro alla prostata.

PPARγ è conosciuta nella ricerca sul diabete da tempo, in quanto influenza la sensibilità all'insulina. Per oltre 20 anni, la proteina è stata il bersaglio di alcuni farmaci, tra cui i cosiddetti tiazolidinedioni come il pioglitazone, utilizzati per trattare il diabete di tipo 2. Nella ricerca di nuovi approcci terapeutici mirati per i tumori, anche la ricerca sul cancro sta osservando questa proteina da diversi anni. PPARγ (recettore gamma attivato dal proliferatore del perossisoma) è un fattore di trascrizione che svolge un ruolo importante nella regolazione dei processi metabolici, delle reazioni infiammatorie e della crescita cellulare come attivatore genico. Come il team di ricerca guidato da Lukas Kenner (Dipartimento Clinico di Patologia presso MedUni Vienna) ha ora dimostrato, è anche associata alla crescita del cancro alla prostata.

Alterato comportamento di crescita delle cellule tumorali
I ricercatori sono giunti a questa conclusione esaminando colture cellulari e campioni di tessuto provenienti da coorti di pazienti. Hanno analizzato come diversi stati di attivazione della proteina influenzano le cellule. "È stato dimostrato che il farmaco per il diabete pioglitazone influenza l'attività di PPARγ e quindi inibisce il comportamento di crescita e il metabolismo delle cellule tumorali. Inoltre, i risultati iniziali hanno rivelato che i pazienti con cancro alla prostata e diabete trattati con agonisti PPARγ non avevano avuto recidive al momento della raccolta dei dati", spiega il primo autore Emine Atas (Dipartimento di Imaging Biomedico e Terapia Guidata da Immagini di MedUni Vienna). "Questo suggerisce che i farmaci che prendono di mira PPARγ potrebbero rappresentare un nuovo approccio al trattamento del cancro alla prostata", spiega il ricercatore principale Lukas Kenner.

Il cancro alla prostata è il secondo tumore più comune negli uomini a livello mondiale. Nonostante gli enormi progressi medici degli ultimi anni, solo in Austria questo tipo di tumore è ancora responsabile di un decesso per cancro su otto negli uomini. I metodi di trattamento attualmente disponibili vanno dalla chirurgia e dalla radioterapia ai farmaci. L'identificazione di meccanismi molecolari precedentemente sconosciuti potrebbe aiutare a sviluppare terapie mirate. PPARγ, come potenziale regolatore della crescita tumorale, rappresenta qui un'opzione promettente, che sarà ora studiata in ulteriori ricerche.

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