“Una crisi importante è un’occasione da non perdere”, ha dichiarato Luciano Maiani nel corso della conferenza stampa. In un contesto internazionale dominato dal declino di tutti i settori produttivi, l’innovazione diventa uno strumento prezioso per reagire alle avverse condizioni esterne. Dal punto di vista dell’innovazione l’Italia è ancora sotto la media europea, dietro Paesi come Grecia, Portogallo, Spagna e Slovenia. Ci sono, però, importanti segnali di crescita, soprattutto in campo tecnologico. E’ su questo settore che, secondo Cnr e Invitalia, occorre puntare per favorire lo sviluppo sociale ed economico del Paese.
Negli ultimi due anni l’Italia ha attratto dall’estero 2,7 miliardi di dollari di investimento e ha al suo attivo 57 progetti nel settore dell’high tech, collocandosi al 5° posto nella classifica dell’Unione Europea, dopo Gran Bretagna, Spagna, Francia e Germania (Figg. 1-2).
Tra il 2007 e il 2008 gli investimenti esteri nel settore dell’alta tecnologia, in particolare quello delle energie rinnovabili, sono raddoppiati, passando da 6,3 a 12,6 miliardi di dollari: un dato in controtendenza rispetto a tutti gli altri comparti produttivi (Fig. 3). Interessanti opportunità di investimento offrono anche il biotech, le nanotecnologie, la comunicazione e la Mobilità Sostenibile. Quest’ultima, in particolare, si è rivelata negli ultimi anni un settore in costante sviluppo.
Fig. 3 (Fonte: Financial Times Ltd.)
Il Cnr è il maggiore Ente di ricerca pubblico italiano, con una rete di oltre cento istituti e dipartimenti su tutto il territorio nazionale e più di 40 imprese spin-off [1]. Il suo contributo al nuovo protocollo d’intesa è duplice: da un lato, mettere a disposizione il proprio patrimonio di competenze e servizi nel settore della ricerca, dall’altro proporre iniziative e progetti di alto valore scientifico, rendendoli appetibili agli investitori esteri. Invitalia è il punto di riferimento per gli imprenditori stranieri che vogliono investire nel nostro Paese. L’impegno dell’Agenzia è quello di favorire la crescita produttiva dell’Italia valorizzando le potenzialità del territorio e offrendo uno sbocco internazionale al mercato italiano dell’alta tecnologia.
A destra Luciano Maiani, Presidente CNR a sinistra Domenico Arcuri,
Amministratore Delegato Invitalia
Fino ad oggi – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Invitalia – gli investimenti stranieri nel nostro Paese sono stati soprattutto di tipo finanziario, poiché puntavano ad acquistare aziende o istituti di credito. Basta pensare che tra il 2005 e il 2006 l’Italia ha quasi raddoppiato gli Investimenti Diretti Esteri in entrata [2], ma oltre la metà di essi è il risultato di un’operazione finanziaria da 11 miliardi di dollari: l’acquisizione del gruppo bancario BNL da parte della francese BNP Paribas. Il nostro Paese occupa il 9° posto nella classifica delle nazioni capaci di attrarre Investimenti Diretti Esteri e la sua quota di mercato è meno della metà di quella francese e meno di un terzo di quella del Regno Unito. Il protocollo di intesa fra CNR e Invitalia mira, invece, a potenziare la competitività dell’Italia nel mondo intercettando nuovi flussi di capitali stranieri e destinandoli verso progetti innovativi.
A destra Luciano Maiani, Presidente CNR a sinistra Domenico Arcuri,Amministratore Delegato Invitalia
Interlocutori privilegiati di questo programma saranno le Regioni, con le quali – rilevano Cnr e Invitalia - è importante trovare un’intesa, soprattutto nel Mezzogiorno, dove gli investimenti esteri sono storicamente una quota minima del totale. Le nostre Regioni, però, secondo Arcuri, devono innanzitutto imparare a diventare “accoglienti”, ossia capaci di attrarre gli investitori, sia italiani che stranieri. Molte si stanno già dotando di programmi e strutture per attirare nuovi capitali dall’estero: la Lombardia, ad esempio, ha investito 140 milioni di euro nella ricerca e nella formazione per i prossimi 4 anni.
Nel nostro Paese sono circa 7.900 le imprese con partecipazioni straniere. La maggior parte di queste aziende appartiene al settore manifatturiero e si concentra soprattutto al nord (81,3%), con la Lombardia che da sola copre più del 50%. Nel Mezzogiorno la presenza estera scende al 4,8%. Secondo i dati forniti dalla Fdi Markets, tra il 2003 e il 2008 in Italia sono stati avviati 754 progetti di investimento da parte di società straniere, soprattutto nel campo dell’Information Technology. Le mete predilette sono le grandi città: Milano, Roma e Torino.
La compagnia aerea irlandese Ryanair guida la classifica delle aziende straniere che hanno realizzato progetti di investimento in Italia. Nella top ten degli investitori esteri compaiono anche la catena alberghiera Hilton, il colosso dell’informatica Microsoft e l’istituto di credito Deutsche Bank.
Fonte: Database FDI markets del gruppo Financial Times
Da dove provengono i capitali? Soprattutto dai Paesi occidentali, Stati Uniti in testa; seguono Germania e Gran Bretagna. L’accordo siglato ieri tra Cnr e Invitalia offrirà opportunità di investimento anche a nuovi interlocutori, come alcuni Paesi del Golfo, del Sud America e dell’ex Unione Sovietica.
Oggi l’economia mondiale è basata sulla conoscenza e sulla diffusione di saperi e competenze, ma l’Italia investe poco nella ricerca e nello sviluppo scientifico e culturale. Gli investimenti in rapporto al Prodotto Interno Lordo, infatti, sono ancora lontani dagli obiettivi fissati dall’accordo di Lisbona. Le spese riservate alle imprese in Italia rappresentano appena lo 0,53% del PIL, mentre in Svezia e Finlandia raggiungono il 3%. Il risultato è un deficit di tecnologia: i brevetti nel nostro Paese, infatti, costituiscono l’1.56% del totale, mentre negli Stati Uniti sono il 37.56% e in
Germania il 13.82%. “Il Protocollo firmato con il Cnr – afferma Domenico Arcuri – è un esempio di come le istituzioni siano e debbano essere ancora di più in futuro capaci di “fare sistema” e investire sull’intelligenza per imporre sul grande mercato economico internazionale un’offerta-Italia moderna e capace di intercettare i settori sensibili allo sviluppo e all’innovazione tecnologica”.
Note:
[1] Tra le molte imprese spin-off finora generate dal Cnr ricordiamo: LI-TECH, nata nel 2003, che produce dispositivi diagnostici in grado di localizzare tumori di piccole dimensioni; la Columbus Superconductors, che produce cavi superconduttori all’avanguardia, con applicazioni in campo biomedico; Massa spin-off, una società costituita nel 2007 per ridurre l’impatto ambientale delle discariche e degli impianti industriali.
[2] L’Investimento Diretto Estero (IDE) è un investimento che comporta una relazione di lungo termine e che riflette un interesse e un controllo di lunga durata tra un’entità residente in un Paese verso un’impresa residente in un Paese diverso da quello di provenienza dell’investitore estero.
Link consigliati:
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
http://www.cnr.it/sitocnr/home.html
Invitalia
http://www.invitalia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1
Veronica Rocco