Il satellite NASA Swift, dedicato allo studio dei lampi di raggi gamma, le più potenti esplosioni che avvengono nell’Universo, ha fatto cinquecento. Il 13 aprile scorso gli strumenti a bordo dell’osservatorio orbitante hanno infatti registrato il cinquecentesimo evento dall’inizio della missione, che ha preso il via nel novembre del 2004.

Nella sua lunga e prolifica "caccia" ai lampi gamma, Swift ha finora dato agli astronomi di tutto il mondo grandi soddisfazioni. “Dall’identificazione dei lampi di raggi gamma "brevi" allo studio "in diretta" dell’esplosione di una Supernova fino alla scoperta del GRB più distante mai identificato, ad otre 13 miliardi di anni luce da noi, solo per citarne alcuni, Swift ha collezionato una lunga serie di successi” dice Guido Chincarini, Responsabile scientifico italiano per la missione. “Oggi l’enorme mole di dati accumulati è una miniera di informazioni preziosissime per comprendere in dettaglio i processi fisici che stanno alla base dei fenomeni più violenti del nostro Universo”.
Il merito di questi risultati, fondamentali per la ricerca astrofisica, è anche di scienziati, tecnici e industrie del nostro Paese. L'Italia con l’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera ha collaborato con i partner statunitensi e inglesi all’ideazione e alla realizzazione della missione, producendo anche gli specchi del telescopio a bordo di Swift dedicato alle osservazioni nei raggi X, che è fondamentale per individuare con precisione la posizione nel cielo dei lampi gamma e, quindi, determinarne con certezza la loro distanza. “Swift ha rappresentato per l'Italia non solo un grande successo scientifico, ma anche tecnologico” sottolinea Giovanni Pareschi, direttore dell’INAF-Osseratorio Astronomico di Brera. “Il modulo ottico con specchi in nichel elettroformato, sviluppato per ASI sotto la responsabilità INAF-Osservatorio Astronomico di Brera in collaborazione con Media Lario, ha funzionato secondo le aspettative”. L'Agenzia Spaziale Italiana fornisce inoltre al progetto Swift l'utilizzo della stazione di Malindi in Kenia, una struttura decisiva per il corretto svolgimento della missione. Italiano è anche il consorzio responsabile dello sviluppo delle procedure di analisi dei dati raccolti dal telescopio X. Nel nostro Paese tutti i dati registrati da Swift sono sotto la responsabilità del Centro Dati denominato Italian Swift Archive Center (ISAC), che è composto da due soggetti: l'ASI Science Data Center (ASDC) a Roma e l'INAF-Osservatorio Astronomico di Brera.

 

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