«Coca-Cola ha finalmente dato ascolto alla voce di milioni di persone che, in tutto il mondo, chiedono la fine dell’era della plastica monouso. Questo è un passo significativo nella giusta direzione, ma continueremo a insistere affinché Coca-Cola arrivi almeno al 50% di packaging ricaricabile e riutilizzabile entro il 2030. Coca Cola ha preso un impegno importante verso il crescente ricorso a packaging riutilizzabile: che cosa aspettano altre aziende come San Benedetto, Nestlé-San Pellegrino e Sant’Anna a seguire l’esempio? Abbiamo bisogno di soluzioni come questa per decarbonizzare l’economia, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili – con cui viene prodotta anche la plastica – e limitare la produzione di rifiuti!», commenta Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
L’Italia è uno dei Paesi che consumano più bottiglie di plastica al mondo e, secondo i dati diffusi da Greenpeace, dei circa 11 miliardi di bottiglie immessi in commercio ogni anno nel nostro Paese sette miliardi non vengono riciclati. Nei mesi scorsi Greenpeace ha perciò lanciato una petizione per chiedere alle aziende leader del mercato italiano come Coca-Cola, San Benedetto, Nestlé-San Pellegrino, Pepsi e Sant’Anna di ridurre drasticamente il ricorso a bottiglie in plastica monouso e adottare sistemi di vendita basati sull’impiego di contenitori riutilizzabili. In Italia la petizione è stata sottoscritta da più di centomila persone.
Coca-Cola è tra gli oltre settanta firmatari di una dichiarazione che chiede un Trattato globale ambizioso per affrontare il problema dell’inquinamento da plastica. A fine mese i governi, le multinazionali e la società civile si riuniranno a una sessione dell’Assemblea sull’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA) per discuterne. Si tratta di un’occasione unica per consentire alla comunità internazionale di affrontare in modo efficace un problema sempre più drammatico come l’invasione dei rifiuti di plastica.
La petizione “STOP BOTTIGLIE DI PLASTICA” si può firmare qui.