Nel passato della Terra, estinzioni di massa, cambiamenti climatici e ambientali sono spesso avvenuti contemporaneamente ad attività magmatica eccezionale. Uno degli eventi più catastrofici avvenne alla fine del Triassico (201 milioni di anni fa), quando la Central Atlantic Magmatic Province (CAMP) produsse sterminati flussi lavici ed iniettò gigantesche quantità di CO2 in atmosfera, attraverso brevi e intensi pulsi vulcanici (periodi di attività vulcanica). In questo studio gli autori hanno utilizzato un modello biogeochimico per il ciclo del carbonio al fine di ricostruire gli effetti prodotti dalle ingenti e rapide emissioni di CO2 derivanti esclusivamente dal vulcanismo CAMP di 201 milioni di anni fa. I risultati dimostrano come l’attività vulcanica, intensa e pulsata, abbia potuto incrementare la concentrazione di CO2 nell’atmosfera ed abbia potuto causare ripetuti innalzamenti delle temperature (fino a 5 °C) e abbassamenti del pH oceanico (circa 0.2 unità logaritmiche), impattando seriamente sulla biosfera.
La modellazione di pulsi vulcanici di breve durata, nell’ordine di centinaia di anni, e la somiglianza tra un singolo pulso CAMP e le emissioni antropogeniche aprono nuovi scenari per l’interpretazione dei cambiamenti climatici e ambientali. «Questo studio espande la comprensione del passato della Terra, e verosimilmente anche la previsione del suo futuro – spiega il dott. Manfredo Capriolo –, evidenziando la somiglianza nella scala temporale delle emissioni di CO2 tra gli eventi della CAMP e quelli dell’Uomo. Gli eventi alla scala antropogenica possono infatti risultare nascosti nel passato più remoto della Terra principalmente a causa della loro durata, brevissima alla scala degli eventi geologici».