Squalo Mako finisce illegalmente nel mercato di Catania

WWF comunicato stampa 01 Giu 2020



La carcassa di uno squalo Mako (Isurus oxyrinchus) di circa 4 metri, una femmina adulta di oltre 30 anni di età, è stata sequestrata dalle forze dell’ordine di Catania nei giorni scorsi prima di essere venduta illegalmente da un commerciante all’ingrosso del pesce probabilmente come pesce spada. La pratica di pesca e commercio illegale sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza della specie nel Mediterraneo.

L’esemplare, privo di testa, è stato rinvenuto dalle forze dell’ordine di Catania all’interno di una cella frigorifera di un commerciante all’ingrosso di pesce, presso il MAAS di Catania. Pochi giorni prima, il 23 maggio, c’era stata la segnalazione di uno squalo mako, pescato e sbarcato illegalmente da un peschereccio proprio di Catania. La specie protetta stava per essere venduta, probabilmente come pesce spada o altra specie per la quale il commercio è permesso, mettendo in luce l’ulteriore problema diffuso in Italia della frode alimentare che danneggia squali e consumatori. Secondo la guardia costiera italiana, infatti, lo squalo venduto come pesce spada è una delle tre frodi di pesca più comuni nel nostro Paese.

Gli squali, in quanto predatori posti al vertice della piramide alimentare svolgono un ruolo ecologico fondamentale: la loro cattura, anche accidentale, minaccia quindi l’intero ecosistema marino. Nel Mediterraneo, lo squalo mako, insieme ad altre 23 specie di elasmobranchi, è a rischio di estinzione secondo la IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e protetto per legge. La sua commercializzazione inoltre è soggetta a limitazioni secondo la Convenzione Internazionale CITES (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie minacciate di Estinzione). Purtroppo la scarsa conoscenza e il mancato rispetto delle normative vigenti in Italia sulla cattura, lo sbarco e la vendita delle specie protette ne mettono a rischio la sopravvivenza.

"Pratiche illegali, come quella appena denunciata a Catania, hanno reso il Mediterraneo uno dei mari più pericolosi per gli squali. Nonostante il nostro paese abbia leggi precise che vietano la cattura, la detenzione a bordo e lo sbarco di varie specie di squali, tuttavia esemplari di squali protetti finiscono sui banchi e sulle nostre tavole in maniera fraudolenta spesso come pesce spada, con rischi anche per la salute umana. Sono necessari più controlli e maggiore informazione per far si che questi animali magnifici rimangano nel solo habitat che gli compete: il mare", afferma Giulia Prato, Marine Officer WWF Italia.

La normativa che protegge questi animali nei nostri mari è sicuramente complessa. Pertanto e’ fondamentale, non solo aumentare i controlli, ma anche formare adeguatamente gli organi deputati al controllo, e veicolare informazioni chiare a pescatori e commercianti.

Per questo WWF insieme ad un gruppo di ricercatori e altre ONG hanno realizzato una scheda (scaricabile QUI) che elenca le specie di squali e razze (elasmobranchi) più comunemente catturate in Mediterraneo. La scheda fornisce a pescatori, commercianti e addetti al controllo un utile strumento di identificazione e chiarisce il comportamento da tenere in caso di cattura di questi individui secondo le normative vigenti: rilascio a mare e registrazione della cattura accidentale sul libretto di bordo nel caso di Mako, squalo bianco, smeriglio e molte altre specie, o possibilità di sbarco ma sempre con segnalazione sul libretto di bordo per altre specie di squali.

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