Giugno 2020



The Sicily Strait, an underwater relief connecting the Italian island with the Tunisian coasts, is not a geological barrier for the deep water circulation between eastern and western Mediterranean -which was always thought to be. Quite the contrary, the contribution of the eastern Mediterranean deep water flow towards the western one can reach 70%, according to a study recently published in the journal Process in Oceanography.

The new study profiles an hydrodynamic map -so far unknown- between the eastern and western basins of the Mediterranean Sea, and is led by Leopoldo Pena and Isabel Cacho, members of the Faculty of Earth Sciences and the Consolidated Research Group on Marine Geosciences of the University of Barcelona. Other co-authors of the study are the experts Ester Garcia Solsona, Eduardo Paredes and Jose Pérez Asensio (UB research group on Marine Geosciences), Lucía Quirós Collazos, from the Institute of Marine Sciences (ICM-CSIC) and Fabrizio Lirer, from the Institute of Marine Sciences (ISMAR-CNR, Italy).

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A large study of middle-aged women shows that age-related changes in skeletal muscle are part of everyday life for women in their fifties. During this time, women transition from perimenopause to postmenopause and the production of estrogen ceases. Loss of estrogen has an effect on muscles and leads to a decline in muscle mass. Physical activity in all of its forms may help maintain muscle mass in midlife.

“We already knew that estrogen has a role in the regulation of muscle properties,” says doctoral student Hanna-Kaarina Juppi. “By following the hormonal status, measuring many aspects of muscles and by taking into consideration the simultaneous chronological aging of women going through menopausal transition, we were able to show that the decrease of muscle mass takes place already in early postmenopause.”

In the current study, muscle size was measured in the perimenopausal state and right after entering postmenopause, when menstruation had permanently stopped. Women were on average 51-and-a-half years old at the beginning of the study and 53 years old at the final measurements, so the average duration of menopausal transition was one-and-a-half years. The time it takes a woman to go through menopause is unique: in this study it varied from less than six months to more than three years. During this time, the decrease in muscle mass was on average one percent.

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  • Report finds 47% increase of brain/stomach bleeding
  • Only take if advised by doctor: expert

 

Daily aspirin could be a killer for some, rather than a cure, according to a new study.

Research shows the risk of internal bleeding in healthy people may be greater than any potential benefit, such as preventing heart disease.
One of the report’s authors, Dr Trevor Thompson of the University of Greenwich, said: “Aspirin is good if you’ve been identified as at risk of cardiovascular problems. If not, the risks outweigh any potential benefits. Our analysis found a much-increased risk of bleeding on the brain or in the stomach, which could be fatal.”

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La piattaforma partirà il 9 giugno, con programmazione quotidiana, dalle 14 alle 17. Nel palinsesto studiato per l’età 5-10 anni, 5 supereroi insegneranno sana alimentazione e lotta alla sedentarietà, tra giochi e intrattenimento. Molti i personaggi che hanno aderito fra cui Paola Cortellesi, Luca Ward e Violante Placido. Consulenza scientifica Ospedale Bambin Gesù e Società di Diabetologia.

Un porto sicuro nel mare del web e un tempo di qualità. Ecco cosa serve ai bambini in tempo di Covid-19. La scuola, ciò che ne era rimasto, non sappiamo ancora con quali modalità riprenderà a settembre. Per i bambini esposti a rischio di iperconnessione, che navigano sul web spesso senza rete, nasce Dammi il 5, la prima Web Tv che da martedì 9 giugno, primo giorno di vacanza in molte Regioni, con il taglio leggero dell’intrattenimento, introdurrà nella vita dei più piccoli il tema dei corretti stili di vita. Protagonisti i cinque colori della salute che prenderanno la forma di altrettanti supereroi, i Di5, ciascuno con il suo potere del benessere”.

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L’uso di nanoparticelle reattive per la bonifica di falde contaminate – detta nanoremediation - è una tecnica di bonifica all’avanguardia, che prevede l’iniezione del nanomateriale, in forma di sospensione acquosa, direttamente nella zona contaminata da trattare per eliminare solventi e altri agenti contaminanti.

L’osservazione alla scala microscopica delle interazioni tra nanomateriali e solventi alla sorgente di contaminazione è al centro di un articolo pubblicato sulla rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences, frutto della collaborazione tra Teesside University (Regno Unito), Universidade Federal do Paraná (Brasile), Brazilian Center for Research in Energy and Materials (Brasile) e Politecnico di Torino. Per l’Ateneo ha contribuito allo studio la professoressa Tiziana Tosco, docentedel Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture nel gruppo di ricerca di Ingegneria degli Acquiferi (www.polito.it/groundwater), che svolge da anni attività di ricerca e trasferimento tecnologico nel campo della nanoremediation.

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Una scoperta tutta italiana, e più precisamente fatta da ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca permette di fare un importante progresso nelle nostre conoscenze su COVID-19. Il lavoro è stato accettato il 26 Maggio dalla rivista Americal Journal of Hematology ed è già disponibile sul sito della rivista (DOI: https://doi.org/10.1002/ajh.25882).

«Sapevamo che l’infezione con COVID-19 determina una grande propensione a sviluppare trombosi venose e arteriose anche mortali in una percentuale di pazienti che arriva fino al 50% - afferma Carlo Gambacorti-Passerini, professore di Ematologia e direttore della Clinica Ematologica dell’Università, sita presso l’Ospedale San Gerardo di Monza -Rimaneva però ignoto cosa causasse questo fenomeno».I ricercatori si sono concentrati su un marcatore chiamato sFlt1, prodotto quasi esclusivamente dalle cellule endoteliali, quelle cioè che tappezzano la superficie interna dei vasi e che hanno il compito di evitare l’innesco della coagulazione. I valori di sFlt1 e in particolare il rapporto tra sFlt1 e PlGF (un fattore di crescita per le cellule endoteliali) si innalzano fino a 5 volte durante il ricovero dei pazienti.

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Un nuovo studio del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin della Sapienza ha valutato l’impatto delle attività umane sull’estinzione locale dei mammiferi negli ultimi 50 anni. Solo poche specie sono riuscite a trarre vantaggio dalla convivenza con l’uomo colonizzando nuove aree. Il lavoro è pubblicato su Nature Communications
L'impatto delle attività umane sull'ambiente, che ha avuto un notevole incremento a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso con la terza rivoluzione industriale, sta alterando sensibilmente i processi ecologici alla base della vita sulla Terra.

Uno degli effetti principali dell’intensificarsi delle attività antropiche è la progressiva scomparsa di alcune specie autoctone, con risvolti drammatici sugli equilibri ecosistemici a esse associati. I mammiferi, in particolare, sono stati oggetto di importanti diminuzioni, con il 25% delle specie viventi ritenuto oggi a rischio di estinzione.

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Venerdì, 05 Giugno 2020 08:24

I buchi neri come fari sulla materia oscura


Una nuova luce sulla strada della ricerca della materia ultraleggera dell’Universo arriva dai buchi neri. È quanto suggerisce lo studio del Dipartimento di Fisica della Sapienza pubblicato sulla rivista Physical Review Letters. 


Le osservazioni sulla cosiddetta materia oscura del nostro Universo sono sempre più numerose e significative, ma sono ancora tante le incognite in questo affascinante campo della fisica moderna.La particella elementare massiccia più leggera conosciuta in natura è il neutrino, con una massa qualche milione di volte più piccola di quella di un elettrone. Alcuni modelli di materia oscura hanno però suggerito l’esistenza di particelle elementari anche molto più leggere, le cui masse che possono essere miliardi di volte più piccole di quella di un neutrino. Rilevare queste sfuggenti particelle è impossibile sulla Terra, a causa delle loro debolissime interazioni con la materia “conosciuta”, cosiddetta ordinaria.

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Ludwig-Maximilian-Universitaet (LMU) in Munich researchers have discovered a hitherto unknown molecular function of a specific microRNA that preserves integrity of the endothelium and reduces the risk of atherosclerosis.

Short RNA molecules known as microRNAs (miRNAs) play a vital role in the regulation of gene expression. Anomalies in miRNAs expression and function have been implicated in pathological processes, such as the development of chronic diseases like atherosclerosis. The regulatory functions of miRNAs usually take place in the cytoplasm, where they interact with target RNA transcripts to inhibit their translation into protein or promote their decay. However, Professor Christian Weber’s group in the Institute for Cardiovascular Prevention (IPEK) at the LMU Medical Center has now described an exceptionally different mode of action. By investigating a miRNA named miR-126-5p, Weber’s team demonstrates that this molecule can unexpectedly be transferred into the cell nucleus and, by simply interacting with it, suppresses the activity of an enzyme, named caspase-3, which is responsible for killing the cell by programmed cell death. In this way, the molecule protects vascular integrity and reduces the extent of atherosclerotic lesions.

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According to the first world report on vision published by the WHO in 2019, a third of the planet’s population suffers from myopia, and around 400 million people suffer the most harmful version of the disease: high myopia. Data shows a continued worldwide increase in recent years, reaching an 18% increase in Europe. In fact, in Spain it is the main cause why people become a part of the National Organisation for Blind Spanish People (ONCE, in Spanish). High myopia is a visual pathology that frequently makes the patient more likely to suffer complications such as retinal detachment, glaucoma, macular haemorrhage or cataracts, among others, thus representing one of the main causes of visual impairment and blindness. Researchers from the Biomedical Sciences Institute of the CEU UCH university have been able to prove, for the first time, the relevance of oxidative stress and growth factors in the development of high myopia, in a study that has just been published in international journal Frontiers in Physiology.

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