A 150 anni dalla nascita, il MAXXI celebra Giacomo Balla con l’eccezionale apertura al pubblico della sua casa futurista in via Oslavia a Roma e una mostra al museo che evidenzia la straordinaria attualità del futurismo e dei suoi temi.


17 giugno – 21 novembre 2021


Progetto a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi in collaborazione con Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e il contributo di Banca d’Italia



Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. da “Ricostruzione futurista dell’universo”, 1915 Roma, 16 giugno 2021. In occasione dei 150 anni dalla nascita, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebra Giacomo Balla con un progetto eccezionale: l’apertura al pubblico, per la prima volta, della sua incredibile casa futurista a via Oslavia a Roma, opera d’arte totale, e una mostra al MAXXI che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità e crea una connessione nello spazio e nel tempo.

Particolare in cui si riconoscono profonde crettature della pellicola pittorica. Pablo Picasso, Seated Man. Museu Picasso, Barcelona. Photo: Gasull Fotografia

 


Nell’estate del 1917 a Barcellona, Pablo Picasso realizza quattro opere ispirate ai Ballets Russes, utilizzando materiali molto simili fra loro: sette pigmenti, olii siccativi, colla animale e tele. I quadri rimangono nella casa della famiglia di Picasso fino al 1970, quando vengono donate al Museu Picasso di Barcellona.

Un secolo dopo la realizzazione, l’opera “Hombre sentado” (Uomo seduto) appare in uno stato di conservazione precario, peggiore rispetto alle altre tre della serie. Gli esperti notano molte screpolature, dette tecnicamente crettature superficiali.

Il museo decide di restaurare l’opera, ma non solo. Vuole andare a fondo, per capire il perché di quelle differenze tra opere per molti versi simili che avevano condiviso un secolo in condizioni analoghe.Il ‘caso’ viene affidato a un team internazionale e multidisciplinare di scienziati conservatori, tra cui Francesca Izzo, ricercatrice di Scienze Chimiche per i Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari Venezia.Parte così il progetto Promesa (Study of the mechanical and dimensional properties of commercial paint films), coordinato da Laura Fuster-Lopez, professoressa di Conservazione all'Universitat Politècnica de València e da poco concluso con la pubblicazione dei risultati sulla rivista scientifica SN Applied Sciences.


Tra realtà aumentata e nuovi contenuti multimediali, è possibile viaggiare virtualmente alla scoperta di 8 musei anche tramite smartphone.


Sono online i nuovi Tour Virtuali dei musei civici di Roma Capitale, viaggi virtuali per scoprire e vivere la bellezza del patrimonio museale attraverso un’esperienza digital che supera i limiti spaziali, da pc e smartphone. Dotati di nuove potenzialità tecnologiche, nuovi contenuti multimediali e più accessibili nella fruizione, sono stati aggiornati e ampliati rispetto alla versione precedente, secondo un progetto promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prodotto da Zètema Progetto Cultura con la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzato da Skylab Studios.

 

Alla riapertura del Museo una nuova mostra celebra il bicentenario della morte di Napoleone ripercorrendo il rapporto tra l’imperatore francese, il mondo antico e Roma.

Riaprono il 4 febbraio i Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali e i visitatori avranno la possibilità di visitare, oltre ai capolavori della collezione permanente, anche la nuova mostra Napoleone e il mito di Roma che sarà aperta al pubblico fino al 30 maggio 2021. Ideata in occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte, la mostra lo celebra ripercorrendo il rapporto tra l’imperatore francese, il mondo antico e Roma.
L’esposizione è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è a cura di Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi, Simone Pastor, Nicoletta Bernacchio. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Concept grafico Iowa State University. Progetto di allestimento Stefano Balzanetti, Alessandro Di Mario, Eleonora Giuliani assieme a Simone Bove per Wise Design.

Annessa all’Impero dal 1809 al 1814 e città imperiale seconda solo a Parigi per volontà di Napoleone stesso, Roma, e più precisamente l’area archeologica dei Fori Imperiali, fu oggetto di scavi promossi dal Governo Napoleonico di Roma tra il 1811 e il 1814 per liberare l’area a sud della Colonna di Traiano, che Napoleone aveva già preso a modello per la realizzazione tra il 1806 e il 1810 della Colonna Vendôme a Parigi. I Francesi volevano applicare a Roma quei criteri di ordine urbanistico che, nei loro intenti, l’avrebbero trasformata realmente in una seconda Parigi. Ispirarsi alla Roma Imperiale in ogni suo aspetto per celebrare la magnificenza di Napoleone e della sua famiglia divenne ben presto una consuetudine e portò inevitabilmente con sé l’uso di un linguaggio di propaganda ispirato all’Antico, caratterizzato dalla rappresentazione dell’Imperatore come erede dei grandi condottieri del passato, degli Imperatori romani, se non addirittura come eroe e divinità dell’antica Grecia, in un rimando costante a Roma Imperiale, alla sua arte e alla sua cultura.

 

Fino al 31 dicembre 2021 i Fasti Capitolini, straordinari calendari incisi nel marmo, narrano la storia di Roma dalle sue origini agli albori dell’età imperiale grazie alla multimedialità.


L’eredità di Cesare e la conquista del tempo è un progetto espositivo multimediale che racconta in maniera evocativa e coinvolgente le vicende e i protagonisti della storia di Roma antica attraverso i Fasti Capitolini.
Questi straordinari calendari incisi nel marmo, dalla metà del ’500, sono esposti su disegno di Michelangelo Buonarroti sulla parete di fondo della sala della Lupa, un tempo sala dei Fasti antichi, nell’appartamento dei Conservatori, parte del complesso dei Musei Capitolini.
Tra le righe scolpite nel marmo è narrata la storia di Roma che tutti studiano sui libri scolastici e, spesso, al visitatore frettoloso sfugge la menzione di personaggi universalmente noti, Romolo, Tarquinio il Superbo, Giulio Cesare, Augusto, al pari di famose battaglie e importanti conquiste. L’iniziativa, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è ideata e curata dalla Direzione Musei archeologici e storico-artistici. Organizzazione a cura di Zètema Progetto Cultura.


Le opere artistiche aiutano i pazienti con una lesione del sistema nervoso causata da un ictus ad eseguire esercizi di neuroriabilitazione in un ambiente virtuale. Lo studio della Fondazione Santa Lucia IRCCS in collaborazione con la Sapienza Università di Roma e Unitelma Sapienza.


Uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology e condotto presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS, in collaborazione con ricercatori dei dipartimenti di Psicologia e di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza e di Unitelma Sapienza, ha unito i grandi capolavori dell’arte alla tecnologia della realtà virtuale per potenziare l’efficacia della neuroriabilitazione a favore di persone che, a seguito di un ictus, hanno subito danni neurologici gravi che comportano la riduzione o la perdita dell’utilizzo di un braccio o di un lato del corpo (emiplegia).

All’interno di un ambiente di realtà virtuale è stato chiesto ai pazienti di muovere un cursore su una tela virtuale di fronte a loro utilizzando la mano del lato del corpo paralizzato a causa della lesione al cervello. I movimenti sulla tela scoprivano l’immagine di un capolavoro artistico, ad esempio la Creazione di Adamo di Michelangelo, la Venere di Botticelli o i Tre Musicisti di Picasso, restituendo, al termine dell’esercizio quando il cursore aveva percorso l’intera tela, l’opera completa.


Attraverso la pagina Facebook dei Musei Capitolini un ciclo di appuntamenti dedicati alla mostra “I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori”.

I Musei Capitolini propongono una serie di appuntamenti in diretta sulla propria pagina Facebook, dedicati a diversi temi connessi alla mostra “I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori.

Con modalità nuove per i Musei Capitolini, è illustrata la storia della collezione Torlonia nel corso dei secoli ed è esplorato il significato della mostra anche in connessione con la scelta del Campidoglio quale sede espositiva. A conclusione di ogni diretta ci sarà spazio per il pubblico che potrà intervenire rivolgendo le proprie domande.

Il primo appuntamento, curato da Claudio Parisi Presicce, Direttore dei Musei Capitolini, è fissato per il 15 dicembre alle ore 18 e verterà sulla donazione sistina, l’atto con cui papa Sisto IV nel 1471 restituì al Popolo Romano un gruppo di bronzi antichi provenienti dal Laterano, sancendo così la nascita della collezione dei Musei Capitolini, il museo pubblico più antico del mondo. La data coincide con l’avvio dell’anno sistino, in cui si celebra la ricorrenza del 550° anno dall’atto di donazione. La nuova esposizione dei bronzi lateranensi nell'Esedra del Marco Aurelio costituisce, di fatto, l'ultima tappa del percorso di visita della mostra Torlonia che si snoda a ritroso attraverso quattrocento anni di storia.

 

 

A partire da martedì 24 novembre la Città Metropolitana, il Comune di Firenze e MUS.E promuovono un fitto calendario di appuntamenti digitali che coinvolge i musei fiorentini (Museo di Palazzo Vecchio, Museo Stefano Bardini, Museo di Santa Maria Novella, Cappella Brancacci, Museo di Palazzo Medici Riccardi, Museo Novecento, MAD – Murate Art District, centro storico Patrimonio Mondiale), permettendo a chi lo volesse di continuare a frequentarli anche durante la dolorosa fase di chiusura imposta dall’emergenza sanitaria in corso. Un vero e proprio ristoro dei musei, che in questo modo si affiancano alle misure del governo, per restituire energie a quanti lo vorranno.

Arte a domicilio, Mezz’ora d’arte, Mezz’ora con Raffaello, Talking about museums sono lequattro proposte grazie a cui far accedere ogni settimana nelle proprie case l’arte e la cultura, ristoro vitale specialmente nel momento storico attuale. Un insieme di iniziative che, realizzate in collaborazione con Opera per Santa Maria Novella e grazie al prezioso sostegno di GIOTTO - love brand di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini, Mukki, Unicoop Firenze, Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella,e Tenderly – brand di Lucart Spa, consentirà ai musei cittadini di rinnovare il proprio impegno a fianco della società non smettendo di offrire occasioni per riflettere, interrogarci e conoscere oltre che per farci compagnia e leggere in modo nuovo il quotidiano.

Continua la programmazione digitale della mostra:
una vera e propria piattaforma online di approfondimenti e contenuti inediti dedicati al mondo del costume e della moda.
Sui profili ufficiali Facebook e Instagram podcast, video interviste e talk in diretta.
Sul canale Youtube e sul sito web una visita virtuale al percorso espositivo

 

Prosegue il palinsesto digitale di ROMAISON,  progetto di riscoperta e valorizzazione del patrimonio storico e contemporaneo rappresentato dagli atelier di Costume romani, fortemente voluto e supportato dalla Sindaca Virginia Raggi. La sospensione dell’apertura al pubblico non ferma le attività della mostra, che si è configurata come una piattaforma web di approfondimenti e incontri, con una
programmazione di podcast e video che resta sempre disponibile sui profili ufficiali della mostra.


In un tour guidato di ROMAISON, disponibile sul canale YouTube della mostra e sul sito web www.romaison.it, è la curatrice Clara Tosi Pamphili ad accompagnare il pubblico lungo il percorso espositivo, soffermandosi sulle storie delle sartorie e sui personaggi che le hanno attraversate e hanno contribuito a creare l’immaginario affascinante e composito che lega costume, moda e società:
dagli abiti e gli accessori realizzati per il cinema, ai pezzi autentici come quelli di Worth, Poiret, Gallenga, Dior o Balenciaga, conservati negli archivi degli atelier, alle icone che hanno rivoluzionato l’immagine femminile e la sua rappresentazione negli Sessanta e Settanta.

Sappiamo perché facciamo tutte queste attività natalizie?

 

Innanzitutto al tempo degli Etruschi, dei Greci e dei Romani, chi faceva auguri lo faceva per lavoro. Era un sacerdote e veniva chiamato àugure, con una grande conoscenza degli elementi naturali e del simbolismo e aveva il compito di leggere e interpretare il volo degli uccelli. Perché proprio questi animali? Perché erano gli esseri viventi più vicini agli dèi e considerati spesso loro messaggeri. Un esito non sempre positivo: ogni volta che un àugure era in azione c'era da tremare, perché potevano esserci buone o pessime notizie.


L'albero di Natale si spoglia per donare i suoi frutti appetitosi che nutrono l'uomo in una notte povera, fredda, quasi priva di vita. Dona un frutto, bello, perfetto, quasi proibito a cui tendere la mano: ricorda forse qualcosa? Ma certo, è l'albero della Conoscenza del Bene e del Male del paradiso terrestre e pare sia stata proprio quest'immagine a ispirarne la nascita. Ci troviamo in Germania all'epoca medievale, periodo in cui fece un gran successo il «Dramma del Paradiso», una rappresentazione teatrale che veniva messa in scena ogni 24 dicembre. E non a caso la Vigilia è dedicata ai Santi Adamo ed Eva.
Fu Martin Lutero ad aver inventato le luci sull'albero di Natale. Accadde che una notte della vigilia, per rientrare a Wittemberg, Lutero dovette percorrere un bosco innevato. Fu però incuriosito dalle strane luci che sembravano muoversi tra i rami alti degli alberi e non si spiegava da dove provenissero. Stropicciando gli occhi vide che erano semplici stelle. Tornando a casa desiderò ardentemente riprodurre la magia del luogo applicando le stesse luci sui rami del suo abete di Natale.

 

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