Greenpeace Olanda ha denunciato pubblicamente la negligenza del governo, minacciando di portare lo Stato in tribunale, come sta avvenendo in diversi Paesi europei per l’inadempienza verso la crisi climatica. Nei mesi successivi il governo si è messo all’opera per definire l’accordo di coalizione reso pubblico pochi giorni fa, che vedrà anche il contributo di banche, dell’industria della trasformazione e della distribuzione, al fine di rafforzare la posizione degli allevatori nelle filiere.
“Ora più che mai è necessario sostenere una reale transizione ecologica del settore, riducendo gli animali allevati ma garantendo al tempo stesso al maggior numero possibile di agricoltori qualità e valorizzazione del loro lavoro”, commenta Simona Savini, campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “L’Olanda manda un segnale forte anche agli altri Paesi europei: è ora di agire con coraggio se si vuole davvero fermare la distruzione della natura in Europa e in altre regioni del mondo, visto che i terreni destinati all’alimentazione animale continuano a divorare preziosi habitat naturali.
L’Italia è tra i Paesi europei oggetto di procedure di infrazione per il mancato rispetto della direttiva nitrati, proprio a causa degli eccessivi carichi di azoto dovuti per lo più alla zootecnia intensiva. Con un’inchiesta svolta in Lombardia, la regione italiana che ospita gran parte del patrimonio zootecnico nazionale, Greenpeace ha rivelato come più di un comune lombardo su dieci sia a rischio ambientale per eccessivi carichi di azoto.
“La riduzione della densità e del numero dei capi allevati continua a essere un tabù per la politica italiana, sebbene il mercato stesso dia indicazioni in tal senso, attraverso cicliche crisi della domanda di prodotti di origine animale che mettono in difficoltà anzitutto gli stessi allevatori, l’anello più debole della catena”, conclude Savini.